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Amarcord – 1986, il sindaco: “Serie A a Empoli, un lusso esagerato”

Quando nel 1986 l’Empoli si trova catapultato in Serie A per la prima volta, per decisione della giustizia sportiva, sorge il problema dello stadio Castellani da ampliare alla capienza minima consentita: la presa di posizione del sindaco dell’epoca, che suscitò polemiche

ESTATE 1986. La CAF decreta le sanzioni al Lanerossi Vicenza, secondo nel campionato cadetto 1985-86, e promuove d’ufficio l’Empoli in Serie A. Una situazione clamorosa, in seguito ai fatti del Calcioscommesse, che catapultano una città di 45.000 abitanti alla ribalta del primo piano del calcio italiano. Tra le iniziali esigenze, dovendo far fronte a una novità inattesa, spunta quella di mettere a norma lo stadio Carlo Castellani. L’impianto empolese, intitolato al campione degli anni Trenta morto in un campo di concentramento nazista, non dispone infatti della capienza minima richiesta dalle normative vigenti. Ha solamente 10.200 posti. Come fare?

IL PRIMO CITTADINO. Fanno discutere le dichiarazioni in merito del sindaco di Empoli, il socialista Varis Rossi: “La Serie A è per noi un lusso e siamo preoccupati per quello che potrà accadere. Ci rendiamo conto però che si tratta di un fatto sportivo storico, o meglio, non esageriamo, di un fatto sportivo eccezionale. E perciò abbiamo confermato la nostra disponibilità a collaborare con la società e con l’insieme della città perché si possa vivere quest’avventura con dignità. Per portare la capienza a 16.000 posti ci vogliono almeno 2 miliardi. Mi rendo conto che a Milano questa cifra possa far sorridere qualcuno, ma noi non ce la possiamo permettere“.

TIMORE. “Anche a Empoli il pallone muove un mare di persone, ma pur sempre di pallone si tratta. E cosa direbbero i miei concittadini che votano comunista al 65%, se spendessi 2 miliardi solo per un’avventura destinata a durare pochi mesi? No, Empoli non finirà mai con la testa nel pallone. Io sono orgoglioso perché il giorno della promozione in Serie A abbiamo potuto annunciare il finanziamento della struttura per gli anziani non autosufficienti. Una struttura permanente, mentre l’Empoli in A ci starà una stagione. Un’iniziativa che intraprenderemo solo se sarà possibile. In fondo non è poi obbligatorio andare in Serie A“: la parola del sindaco “disfattista” sarebbe stata clamorosamente smentita dai fatti.

I LAVORI. Alla fine viene trovato un accordo tra il Comune (proprietario dell’impianto) e la società azzurra in affitto. Spese oculate rendono possibili i lavori con un esborso totale di 800 milioni di lire. Tuttavia, quando a settembre scatta il nuovo campionato, l’impianto non è ancora pronto. Così l’Empoli è costretto a emigrare per i primi incontri casalinghi. La prima storica partita in Serie A, il 14 settembre 1986, viene disputata a Firenze: arriva il successo per 1-0, firmato Osio. Si replica nello stesso stadio per la seconda (Empoli-Juventus 0-1). Per la sesta giornata si trasloca a Pistoia (Empoli-Milan 0-3). Finalmente, dal match del 2 novembre contro la Roma, lo stadio empolese può riaprire i battenti. E la salvezza infine arriva, in barba alle previsioni nefaste del sindaco Rossi, per un’altra pagina storica nella storia della città e del sodalizio azzurro.

® RIPRODUZIONE RISERVATA


Fonti

  • La Stampa, 7 agosto 1986
  • Il Corriere della Sera, 30 ottobre 1986
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