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ESCLUSIVA – Cribari: “Empoli, seconda casa. Grazie a Gelain e Spalletti”

L’ex difensore dell’Empoli Emílson Cribari, che oggi vive in Brasile, rievoca in esclusiva per CalcioEmpoli l’esperienza azzurra

Arrivi a Empoli nel 1998-99 dove giocava già tuo fratello Fabio, proveniente dal Londrina. Come maturò il trasferimento in azzurro?

Fabio era già in Toscana e io facevo il mio percorso nel Londrina: avevo 17 anni. Mi ricordo la sua partecipazione a un programma televisivo locale: gli chiesero se conoscesse giovani talenti da portare a Empoli. Fece il mio nome e fui convocato, sostenni un provino e Luciano Spalletti si mostrò interessato. Ringrazio tanto anche il Mister Ezio Gelain, all’epoca tecnico della Primavera, che diede l’ok per essere messo sotto contratto dalla società come professionista“.

Fabio ed Emilson Cribari oggi

 

In Toscana trovi una buona squadra e la Serie A. Quali sono i tuoi ricordi di quella annata, dove andasti in panchina contro Cagliari e Vicenza?

Nel 1998-99 ho iniziato l’annata con la Primavera, una squadra fortissima con tanti nomi che avrebbero giocato in A. A febbraio, Corrado Orrico decise di inserirmi tra i grandi. Fare un ritiro in camera con mio fratello fu surreale ma bellissimo, esperienza che ancora oggi la nostra famiglia ricorda con piacere e soddisfazione“.

Quella di Empoli è stata l’esperienza più lunga della carriera, 6 stagioni tra A e B. Quali sono i ricordi del periodo in Toscana?

Empoli è la mia seconda casa, mi ha accolto come un figlio facendomi diventare calciatore e uomo. Quanti ricordi… Gli anni della Primavera sono stati bellissimi, eravamo ancora spensierati e tuttora abbiamo un gruppo WhatsApp con cui ci sentiamo. Grandi momenti con mister Silvio Baldini, del quale mi resta un ottimo ricordo. La promozione in A, poi la salvezza alla prima esperienza con l’Empoli: ho vissuto tante soddisfazioni e ringrazio tutti. Dalla società ai compagni, alla città fino ai magazzinieri del club. Ho tuttora un legame fortissimo con loro“.

Un’opinione sugli allenatori che ti hanno guidato in azzurro.

Gelain il più importante di tutti: mi ha insegnato tutti i movimenti tattici difensivi. Non ero ancora pronto sotto questo punto di vista e lui mi ha aiutato tanto. Con Baldini in prima squadra ho avuto grande fiducia e vicinanza umana: loro due sono coloro che ricordo con maggiore affetto“.

Al termine della stagione 2003-04 lasci Empoli, per trasferirti all’Udinese. Traccia un bilancio della tua esperienza con la società che ti ha portato in Italia.

Il 2004 ha rappresentato la fine di un ciclo a Empoli, non solo per me. Sono stato ceduto all’Udinese, nello stesso giorno e nella medesima trattativa che ha visto pure il trasferimento di Antonio Di Natale. La società azzurra mi ha concesso di vivere 6 anni in cui mi sono sentito a casa. Un periodo indimenticabile e che ha consentito pure a mio fratello di iniziare a certi livelli“.

Cribari con l’attuale allenatore empolese Paolo Zanetti

 

Quali sono i tuoi ricordi extra calcio del periodo di Empoli?

Tantissimi! Ho comprato la prima macchina della mia vita, le esperienze da giovane: la convivenza con Simone Del Nero, con cui ho giocato in seguito anche alla Lazio. Le cene al ristorante Bianconi che rappresentava un punto di riferimento per i calciatori dell’Empoli, le canzoni di quei tempi…“.

Il momento più difficile che hai vissuto con la maglia azzurra.

La retrocessione nel 2003-04. Ha fatto malissimo a tutti noi, dispiace tanto aver concluso una storia molto bella così. Mi ricordo la penultima di campionato ad Ancona, dove purtroppo non andò bene“.

Chi è stato il giocatore più talentuoso con cui hai militato in Toscana?

Ho giocato con tanti giocatori fortissimi in quel periodo. Cito Antonio Di Natale, il più forte di tutti. E non posso dimenticare Luca Saudati, Tommaso Rocchi, gli australiani Mark Bresciano e Vince Grella, Marco Marchionni e potrei continuare“.

L’avversario più difficile da affrontare in massima serie?

Adriano, attaccante immarcabile in quegli anni. Pure per i grandissimi difensori di quei tempi come Maldini e Nesta, come hanno affermato in alcune interviste. Un giocatore impressionante“.

Quello che hai ammirato di più.

Paolo Maldini. Poterlo vedere da vicino e studiarlo, ha rappresentato per me un’ispirazione e un modello da seguire“.

Il tuo rapporto oggi con Empoli, sia a livello ambientale che calcistico.

Vivo in Brasile, ma ogni volta che torno in Toscana sono sempre bene accolto. L’ultima volta che sono stato a Empoli ho assistito a un allenamento della squadra e ho chiesto di poter visitare gli spogliatoi con i miei figli: mi è stato detto che avrei potuto anche fare la doccia con la prima squadra perché sarei sempre rimasto uno di famiglia! Ho un ottimo rapporto con il presidente Corsi, la città, il club, ho tanti amici. Spero di poter tornare a Empoli nel prossimo agosto“.

Sei rimasto nel calcio, dopo aver aiutato i Glasgow Rangers a risalire (con due promozioni consecutive) prima di ritirarti?

Dopo i Rangers sono tornato in Brasile. Ho un complesso sportivo con oltre 300 ragazzi, dove è possibile praticare anche gli sport sulla sabbia come beach volley e beach soccer. In più c’è un ristorante italiano e la speranza di portare, un domani, qualche buon talento in Italia“.

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