
Il difensore dell’Empoli Fabiano Parisi, intervistato da La Gazzetta dello Sport, parla della sua carriera e dei riflettori su di lui sul fronte mercato
NEL SEGNO DEL PADRE. “Il mio sogno è sempre stato quello di diventare calciatore. Ci ho sempre creduto e prima ancora mio padre Carmine. La sua scomparsa, un mese prima del mio debutto in Serie A, è stato un colpo basso del destino. Tutto ciò che faccio, glielo dedico. Ha fatto tanti sacrifici: se sono qui, lo devo a lui“.
FUTURO. “Il mio ex allenatore Ezio Capuano pensa che sarei diventato il migliore nel mio ruolo dopo Théo Hernández? Sì, me lo ha sempre detto. Abbiamo un rapporto speciale e credo che sia un grande tecnico: mi ha aiutato molto dal punto di vista tattico. Mi fa piacere l’interesse di club importanti, nel frattempo lavoro sodo ma riparliamone a giugno, dopo aver contribuito a salvare l’Empoli. Una società per cui provo grande riconoscenza“.
PROFILO. “Lavoro per migliorare negli ultimi 30 metri e diventare un assist-man più efficace. Accentrarsi per creare gioco? Me lo chiede Mister Zanetti, cerco di farlo senza paura e sempre più in maniera automatica. Nazionale? Sarebbe un sogno un giorno disputare i Mondiali. Le chiamate di Mancini devo meritarmele facendo bene nell’Empoli. Frequento il terzo anno della facoltà di Scienze Motorie: mi preparo per il post calcio, studio come desidera mia madre e sarebbe piaciuto anche a mio padre“.
